Roberto Turigliatto

Critico | organizzatore di cineclub | curatore di festival

Il 5 aprile 2024, presso la Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino, abbiamo realizzato la Prova d’ascolto n. 5 con Roberto Turigliatto, critico, curatore di festival e organizzatore di cineclub.

Dal 1989 al 1991 è stato responsabile della programmazione della sala del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Fin dalla fondazione è stato uno dei promotori e programmatori del Torino Film Festival, di cui è stato direttore con Giulia D’Agnolo Vallan dal 2002 al 2006 e per il quale ha curato numerose retrospettive. È stato anche membro del Comitato di Selezione e curatore di sezioni del Festival di Venezia e collaboratore di altri festival italiani e stranieri, come Taormina, Pesaro, Trieste, Rotterdam, Leffest Lisbona.
Dal 2008 al 2023 ha fatto parte dello staff artistico del Festival di Locarno, prima come selezionatore poi come curatore delle retrospettive.
Dal 1991 è uno degli autori del programma di RAI3 “Fuori Orario”.

Ha curato (da solo o in collaborazione) retrospettive e pubblicato diversi libri dedicati alle nouvelles vagues degli anni Sessanta, al cinema portoghese e francese contemporaneo, così come a cineasti di punta della modernità come Philippe Garrel, Paulo Rocha, Krzyzstof Kieslowski, Jerzy Skolimowski, Robert Kramer, Jean-Daniel Pollet, John Carpenter, Manoel De Oliveira, Julio Bressane, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, Rogério Sganzerla, Guy Debord, Claude Chabrol e Jean-Luc Godard.

Alessandro Comodin e Roberto Turigliatto

Il cinema nasce
da un sentimento di fuga

di Maria Nadotti

Di questa prova d’ascolto n. 5 sono protagonisti un regista cinematografico, Alessandro Comodin, cui dobbiamo film come L’estate di Giacomo (2011) e Gigi la legge (2022), e un enciclopedico, acuto, appassionato critico cinematografico italiano, Roberto Turigliatto, ideatore e programmatore di alcune tra le più interessanti rassegne di cinema viste in televisione, nei festival e nelle sale del nostro paese.
Abbiamo voluto mettere in risonanza la voce di due professionisti innamorati delle immagini in movimento, di quell’alchemico intreccio di visione, ascolto, ricordo, immaginazione che è l’opera filmica. E così, nella tarda primavera del 2024, un ‘giovane’ autore italiano che ha studiato cinema a Bruxelles, vive a Parigi, ma gira i suoi film nella regione d’Italia dove è nato e cresciuto, il Friuli Venezia Giulia, e un ‘vecchio’ critico cinematografico che personifica la storia del cinema mondiale si sono incontrati per ascoltarsi a vicenda e ascoltare insieme.
Chi guarderà il loro dialogo, girato e montato da Comodin con la stessa cifra lieve, attenta e giocosa con cui realizza i suoi film, si accorgerà che l’ascolto è qualcosa che si costruisce a poco a poco, puntando lo sguardo su un “personaggio che non vuole farsi filmare”, sul movimento delle sue mani, su un sorriso in bilico tra smarrimento, stupore e ritrosia, sul suo intero corpo nello spazio e nella durata temporale delle riprese.
Seguita questa nostra nuova prova d’ascolto, vi suggeriamo di vedere o rivedere il mirabile Serge Daney, itinéraire d’un ciné-fils: entretiens avec Régis Debray, realizzato nel 1992 da Pierre-André Boutang e Dominique Rabourdin, «un quasi-monologo di oltre tre ore, testamentario e penetrante» in cui il grande critico francese dei “Cahiers du cinéma” mancato nel 1992 ricostruisce il suo percorso di spettatore critico definendo la sua ‘morale dell’immagine’. Come Daney intervistato da Debray, nel dialogo con Comodin Turigliatto ci restituisce infatti «uno sguardo straordinariamente vivace sul cinema e sul mondo, uno sguardo elettrizzato dal piacere di pensare, non solo le immagini ma la vita stessa! Permettendoci di capire che essere cinefili – o ciné-fils, figli-del-cinema (perché si tratta proprio di filiazione e di fedeltà) è molto di più che amare semplicemente il cinema».