In questi tempi incerti abbiamo sentito forte il bisogno di creare uno spazio ospitale, capace di accogliere le parole, i pensieri e le esperienze di chi ha deciso di andare controcorrente rispetto al pervasivo discorso mediatico, politico e culturale che domina l’attuale tempo storico producendo passività e un non fertile disorientamento.

Prove d’ascolto” accoglierà una serie di incontri a due con personalità provenienti da discipline, lingue e culture diverse. Il nostro desiderio è che questi dialoghi creino una tessitura narrativa e un’investigazione a più voci fatta di rimandi a distanza, di possibili provvisorie risposte agli interrogativi comuni di chi non intende chiudere gli occhi o distrarsi.

Questo nuovo spazio si fonda sull’ascolto, il silenzio, la parola e i corpi. Una riflessione sul lavoro intellettuale e artistico, sulla complessità e la semplicità del mondo, sulle trasformazioni dello sguardo e dei paradigmi interpretativi, sulla capacità di rinvenire nessi e costruire relazioni.

Se la tua pelle non ti fa sentire a casa, dove mai potresti vivere?

Un vicolo cieco è un posto fantastico. I vicoli ciechi sono opportunità per riconfigurare le nostre idee di continuità.

Che cosa è meglio di una risposta? Il dono dello smarrimento. La trama del perdersi generosamente.

I pensieri non vengono da “dentro” e nemmeno da “fuori”. Emergono “tra”. Lo stesso vale per i sentimenti.

“Quando ho letto Cime tempestose, da ragazzina della classe operaia che lottava per trovare se stessa, da emarginata, ho sentito che Heathcliff ero io.
Per me era il simbolo di una specie di razza nera: era un emarginato, non gli era permesso stare al centro delle cose.
Ho trasposto il dramma di vivere nel Sud dell’apartheid nel mondo di Cime tempestose e mi sono sentita in armonia con quei personaggi.”

È bell hooks, mancata il 15 dicembre del 2021, a raccontarlo in una conversazione del 1998 con la scrittrice africana-americana Maya Angelou, per poi aggiungere: “Sono così turbata quando le mie studentesse si comportano come se leggessero solo donne, o gli studenti neri come se potessero leggere solo neri, o gli studenti bianchi identificarsi solo con uno scrittore bianco. Sono convinta che la cosa peggiore che ci può capitare è perdere di vista il potere dell’empatia e della compassione”.